Golden Visa, la gara per attrarre milionari

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IN BREVE

  • Il numero di milionari cresce a ritmi elevatissimi soprattutto in Asia, in Cina e India, ma anche in USA.
  • In Italia si concentrano soprattutto in Lombardia, specialmente a Milano.
  • I Paesi fanno a gara per sedurre i milionari, per attrarre contestualmente investimenti e capitali.

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A Milano e in Lombardia sono 104.500, a Roma e nel Lazio poco più della metà: 57.600. Parliamo di milionari come definiti secondo i calcoli di Henley & Partners, cioè individui che hanno un patrimonio pari o superiore a un milione di dollari, considerando però solo quello liquido investibile, quindi azioni di aziende quotate, depositi e anche proprietà immobiliari, ma libere da debito.

Soggetti, quindi, in grado di apportare un contributo rilevante in ambito finanziario ed economico, motivo per cui vari Paesi, tra cui anche il nostro, si impegnano in politiche atte ad attrarre sul proprio territorio questi capitali: il Golden Visa italiano rientra proprio tra queste politiche. Ma ci arriviamo più avanti, dopo il solito sguardo ai numeri.

Milionari, centi-milionari e miliardari: numeri e proporzioni

Come dicevamo, sono circa 162.100 i milionari che abitano tra Lombardia e Lazio. A questi si aggiungono 257 centi-milionari, cioè quelli che dispongono di un patrimonio superiore a 100 milioni di dollari e 25 miliardari. Sono tanti? Sono pochi?

Per capirlo dobbiamo guardare ai numeri delle altre città e aree metropolitane del mondo. Come si vede dal grafico, al primo posto per numero di milionari c’è New York City con 349.500 soggetti. Significa che il 4,2% degli 8 milioni e 258mila abitanti della Grande Mela ha un patrimonio superiore al milione di dollari. Al secondo posto troviamo la Bay Area, che comprende San Francisco e la Silicon Valley, qui la densità è ancora maggiore: sono 305.700 su circa 3,8 milioni di abitanti, ovvero ben l’8%. Torniamo in Italia: in Lombardia e nel Lazio, che insieme fanno 15,7 milioni di abitanti, i milionari sono l’1% della popolazione.

È una percentuale inferiore anche a quella presente nei più ricchi centri economici dell’Asia. A Tokyo, per esempio, i milionari sono 298.300, il 2,1% dei 14,1 milioni di abitanti. A Singapore sono 244.800 le persone con un patrimonio superiore a un milione di dollari e rappresentano il 4,1% della popolazione.

Milano e Roma a confronto con le città europee

In Europa sia Londra che Parigi accolgono più cittadini facoltosi. Nella capitale inglese sono il 2,5% dei residenti, 227mila su poco meno di 8,9 milioni di abitanti, mentre nella regione parigina i numeri sono più simili a quelli italiani, i milionari sono l’1,3% dei residenti, ovvero 165mila su 12 milioni e 272mila persone. Ginevra poi detiene un vero e proprio record: qui ad avere un patrimonio di più di un milione di dollari sono ben il 15,5%, ovvero 79.800 dei 514mila abitanti.

Ad avvicinarsi a questi dati è Francoforte, nel centro finanziario tedesco tra gli appena 776mila abitanti quelli con più di un milione sono ben 94.500, il 12,2%, mentre nella vicina Monaco di Baviera “solo” il 4,5%. È in queste città, oltre che ad Amburgo e in Renania che, del resto, si concentrano gli investimenti e i capitali tedeschi, la capitale Berlino si conferma periferica, con solo 26.500 milionari su 3 milioni e 755mila abitanti, lo 0,7%. Più alta la densità ad Amsterdam, 4,9% o a Dublino, 4,1% (24.200 su 592mila abitanti). Il dato di Vienna, 29.700 milionari su 2 milioni di residenti, l’1,5%, è invece più vicino a quello italiano di altre grandi città del Centro e del Nord Europa, come Stoccolma, 2,5%.

A dimostrarsi ancora una volta simile all’Italia, anche in queste statistiche, è la Spagna: a Madrid i residenti che superano il milione di patrimonio sono 36mila, ovvero l’1,1% dei 3 milioni e 223mila abitanti.

Il risultato è che nell’area più ricca d’Italia, Milano e la Lombardia, si ha la densità minore di milionari rispetto a tutte le altre aree dell’Europa Occidentale.

In Europa la dinamica è dominata da Dublino

I cambiamenti intervenuti nell’ultimo decennio sono stati significativi in giro per il mondo e rispecchiano i mutamenti in atto nell’economia globale. A Shenzen, la città di 17,5 milioni di abitanti nelle vicinanze di Hong Kong, per esempio, i residenti con un patrimonio maggiore ad un milione di dollari sono cresciuti di ben il 140%, a un ritmo superiore della pur impetuosa crescita economica e demografica, visto che nello stesso periodo il reddito pro-capite è salito del 38%. Giganteschi anche gli aumenti di milionari a Hangzhou, +125%, Guangzhou, +110%, e le più conosciute Pechino e Shanghai, +90% e +84%. Dato rilevante: le due principali città cinesi sono state superate in questa statistica da New Delhi, nella capitale indiana infatti i milionari sono aumentati del 95%, mentre a Mumbai dell’82%.

Venendo all’Europa, la città che ha messo a segno il massimo incremento del numero dei milionari è Dublino. Nella capitale irlandese, dove per motivi fiscali si sono installate molte multinazionali globali, i milionari sono cresciuti del 60% tra 2013 e 2023. Un numero che può sembrare elevato, ma non se rapportato ai valori cinesi visti sopra o anche a quelli americani: nella texana Austin, in grande sviluppo negli ultimi anni, l’incremento dei più ricchi è stato del 110%, mentre nella Bay Area dell’82% e a Houston, Dallas, Seattle, Washington, Miami maggiore del 70%. In una metropoli “matura” come New York sono cresciuti del 48%, cioè più che in tutte le città europee, tranne Dublino.

E a Milano e Roma? In Lombardia e nel Lazio? I milionari milanesi e lombardi, sono cresciuti del 20% in 10 anni, a Roma del 5%.

I milionari non “nascono” dove risiedono

Le grandi città del mondo fanno a gara per attirarli offrendo loro condizioni favorevoli di ogni genere affinché si stabiliscano come cittadini o residenti. Il motivo è semplice: investono, portano capitali, e spesso attirano interi network di professionisti che ne seguono gli affari e ne tutelano gli interessi. Spesso danno vita a nuovi business là dove non esistevano come per esempio nell’ambito delle nuove tecnologie. Il loro contributo pare essere più che proporzionale al patrimonio che possiedono. Significa che chi possiede10 milioni di dollari non ha solo 100 volte più risorse di qualcuno con uno di 100mila euro, ma riesce a generare un incremento dei propri asset che è più di 100 volte più grande dell’incremento degli asset della famiglia media, quella che ha da parte, appunto, 100mila euro.

Lo dicono i dati della Bce: tra il 2010 e il 2023 nell’area euro il patrimonio netto mediano delle famiglie è passato da 106.300 a 123.500 euro, ovvero è cresciuto del 16,2%, ma quello del 10% più ricco, in cui si trovano tutti i milionari di cui parliamo, è salito da 749.200 a un milione e 110mila euro. Si tratta di un incremento più che doppio, del 34,9%. Questa tendenza è evidente in gran parte dei Paesi dell’area euro e soprattutto in quelli che hanno vissuto delle crisi economiche e che hanno un disperato bisogno di investimenti per la mancanza di capitali interni. E’ il caso dell’Italia dove, in 13 anni, il patrimonio mediano è persino diminuito, passando da 173.400 a 159mila euro, -8,3%, principalmente a causa dell’andamento negativo del valore degli immobili. Ebbene, gli asset del 10% più ricco, che è composto soprattutto da milionari (un milione e 186mila euro il loro patrimonio mediano) sono invece aumentati di ben il 38,8%. In Spagna sono saliti molto meno, del 3,3%, ma a fronte di un crollo della ricchezza mediana delle famiglie di ben il 20%. Anche in Francia è visibile questo divario, il patrimonio del 20% più facoltoso ha visto un incremento del 24,7%, quasi tre volte maggiore di quello del nucleo familiare mediano, +8,6%.

Come si comporta l’Italia in questa “gara”?

Di fronte al declino del tasso di risparmio medio, a fornire capitali al mercato sono soprattutto coloro che investono in modo diversificato, che non si affidano solo al mattone o a titoli di Stato, ma acquistano quote di fondi e di imprese. Ed è proprio questo il “segreto” dei grandi patrimoni: diversificare gli investimenti. Secondo i dati più recenti di Banca d’Italia, risalenti a metà 2023, il 42,3% del patrimonio del 10% più ricco è rappresentato da quote di proprietà di aziende, fondi di investimento e azioni.

Ecco perché l’Italia, per esempio, accoglie con il tappeto rosso, concedendo una golden visa a soggetti non comunitari che investano 500mila euro in quote di aziende italiane (250mila se si tratta di startup), un milione in progetti di interesse pubblico o 2 milioni in titoli del Tesoro. L’offerta della Spagna è molto simile, residenza in cambio dell’acquisto di 2 milioni in titoli di Stato, 500mila euro in beni immobiliari o un milione in fondi, depositi o azioni spagnole. Sono moltissimi i Paesi con misure simili e alcuni, come il Portogallo, hanno anche soglie più basse e puntano di più sugli investimenti in aziende locali che in titoli pubblici.